Sul "Sole 24ore", a 25 anni dalla strage di Capaci, un bellissimo articolo di Antonella Bonavoglia spiega il modo migliore per educare i bambini alla legalità. Discutiamone assieme alcuni assunti!
Come e quando è corretto spiegare ai bambini il significato di giustizia? Non è forse vero che i bimbi già posseggono per conto loro il concetto che voglio spiegare? Antonella Bonavoglia parte proprio da questi interrogativi. Ammette che ciò che è giusto o sbagliato i bambini lo imparano in famiglia. Lo fanno per il tramite delle primissime regole che la mamma e il papà utilizzano in casa. Oppure, più avanti, osservando il comportamento di tutti i componenti del nucleo familiare.
Certamente, però, la scuola, insieme alla famiglia, diviene presto il luogo d’elezione dove imparare a convivere con gli altri, ad agire nel gruppo di pari.
Insomma, la scuola è in luogo dove cominciare a comprendere il significato di legalità.
La legalità, in questo modo, diventa un vero e proprio percorso fatto di costante impegno, di rispetto delle regole e di acquisizione di principi.
Se la domanda che ogni educatore si pone è la seguente. Come si spiega la legalità ai bambini piccoli? La risposta è che, semplicemente, non si spiega. La si coltiva!
L’educazione alla legalità − chiarisce la Bonavoglia − avviene ogni volta che accogliamo un amico.
Ogni volta che ascoltiamo gli altri senza prevaricarli con le nostre ragioni.
Ogni volta che costruiamo rapporti umani basati sulla valorizzazione delle differenze.
Insegnare la legalità significa insegnare a essere empatici, a conoscere se stessi e gli altri, a vedere negli altri dei possibili amici.
Una classe dove si vive l’incontro con l’altro come preziosa occasione di scambio, dove si è ospitali, gentili, aperti, è una classe in cui si respira la legalità.
Sarà per questo che educazione e legalità, in fondo, sono quasi sinonimi!
Entrambi i concetti inducono a uscire dal proprio io, dal proprio egoismo, per condividere con gli altri diritti, doveri e responsabilità.
I bambini devono essere guidati giornalmente verso il senso della corresponsabilità e della coesione. Ciò deve avvenire attraverso un percorso fatto di piccoli passi. Iniziamo dalle semplici regole, spiegate e raccontate, per far capire agli alunni quanto sia importante il rispetto di esse per il bene comune. Non si può parlare di legalità se non si parte da un’educazione alla convivenza, all'amicizia. Convivenza ed educazione che cominciano a scuola e continuano a casa, nei parchi, nei centri sportivi.
Significativa la frase, riportata dalla Bonavoglia in conclusione del suo articolo, pronunciata molti anni fa dal magistrato Caponnetto: “la mafia ha più paura della scuola che della stessa giustizia”. Un buon viatico per coltivare ogni giorno la legalità insieme ai nostri piccoli.
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